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L’assessore Liardi puntualizza sul bando per l’adozione di spazi urbani

La pubblicazione del bando per l’adozione di spazi urbani sembra aver innescato qualche polemica. Per questo, l’assessore al decoro urbano ha deciso di intervenire. ” A Gela si riesce nell’impresa di mettere in discussione e di far apparire controproducente anche iniziative che altrove sono la normalità – ha dichiarato”. Secpndo  Liardi e la dirigente del settore Patrimonio, Simonetta Guzzardi qualcuno ha divulgato “notizie fuorvianti, atte a scoraggiare chi è interessato” e per questo vogliono vuole fare chiarezza su alcuni aspetti del bando.
“Il termine adozione, forse, è improprio ma serve a rendere bene l’idea, perché stiamo parlando della concessione temporanea di un bene pubblico. Cosa che, per legge, può avvenire dietro corrispettivo o, come in questo caso, dietro prestazione. L’adottante dovrà stipulare una polizza assicurativa, – hanno spiegato- ma è il regolamento comunale che lo prevede, e che trae spunto da un procedimento valido per tutti i Comuni. Tra l’altro, l’assicurazione va a tutela di chi prende in concessione il bene, che sarà coperto in caso di danni. Non si deve versare all’Ente alcun canone locativo, si chiede solo che l’area in questione venga curata e manutenuta con un programma minimo di interventi, rotatorie, giardini o fontane che siano. Si precisa, inoltre, che la manutenzione straordinaria è a carico del Comune. Per quanto riguarda quella ordinaria, ovviamente, dev’essere chi “adotta” ad occuparsene. L’obiettivo del bando, in fondo, è questo: coinvolgere il cittadino nella cura dell’immagine della propria città e, di contro, permettergli di avere una vetrina per le proprie attività. Un altro chiarimento Liardi e Guzzardi lo riservano alla scelta degli alberi da piantumare, sulla quale il Comune è chiamato a dire la sua: “Anche questo aspetto dipende dal regolamento comunale, – hanno detto ancora – che segue alla lettera ciò che prevede la legge, perché non possono essere piantati, ad esempio, alberi le cui radici possano col tempo creare avvallamenti e disagi alla circolazione, oppure che crescano al punto da ostacolare la visibilità”

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